EREMI DELLA MAIELLA

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    CON CELESTINO V SUI MONTI DELLA MAIELLA

    luogmaiellaere1.gif (16057 byte)I luoghi di culto della Maiella: tanto numerosi che Francesco Petrarca definì la montagna "domus Christi". Ma può una montagna essere la Casa del Signore? Se si, questa è la Maiella. Quaranta, forse più, sono i luoghi di culto, per lo più eremi, nascosti nei più remoti anfratti, nei più solitari valloni del parco nazionale. Alcuni raggiungibili in auto, altri solo a piedi e, spesso, con percorsi non facili. Di sicuro la zona a più alta concentrazione si trova nel versante occidentale della Maiella, lungo due profonde vallate contigue: quella di S. Spirito e quella dell’Orfento. Qui i numerosi eremi rupestri ricordano la figura di un santo che, a lungo, condusse vita ascetica tra la Maiella e il Morrone: Pietro da Morrone, il futuro papa Celestino V. A lui non tanto si deve la costruzione ex novo degli edifici, quanto una loro ristrutturazione.

    Il primo eremo lo si raggiunge da Roccamorice, ed è uno dei più famosi, l'Eremo di San Bartolomeo. Da Roccamorice si seguono le indicazioni per S. Spirito e, in prossimità di Case Pagliaia, si lascia la strada asfaltata per prendere a destra la sterrata per S. Bartolomeo. Si percorre la tranquilla ma sconnessa pista che si sviluppa tra boschi e campi coltivati superando il Fosso Rusci e poi continuando in salita. Lungo questo tratto si deve porre attenzione a destra per individuare le frecce indicatrici per l'Eremo di San Bartolomeo. Trascurata la prima freccia, poco sopra si arriva alla seconda e qui si parcheggia l'auto. A piedi si percorre la larga traccia che, in breve, porta ad una croce in ferro affacciata sull’orlo del dirupato Vallone di S. Bartolomeo. Qui si va a sinistra, in discesa, perdendo quota su una scalinata che, nel tratto conclusivo, percorre un tunnel scavato nella roccia giungendo all’eccezionale Eremo di S. Bartolomeo, spaventosamente proteso verso la dirupata vallata.

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    Eremo di S. Bartolomeo

    Meno importante dell'Eremo di Santo Spirito ma molto più spettacolare e solitario: l'Eremo fu ricostruito nel XIII secolo da Pietro da Morrone sotto un’impressionante bastionata rocciosa.


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    L'ingresso a S. Bartolomeo


    Il tunnel nella roccia

    Il piccolo edificio, a cui si giunge con una scalinata scavata nella roccia, è meta, il 25 agosto, di una frequentata processione. Dal 1274 al 1276 Pietro visse qui in preghiera, ma la sua fama faceva accorrere al luogo, troppo facile da raggiungere, migliaia di fedeli. Il futuro papa decise allora di spostarsi in un luogo più remoto, in una vallata allora impenetrabile: quella dell’Orfento.

    Visitato il piccolo romitorio si ritorna all'auto e si continua sulla strada sterrata. Questa confluisce infine sulla strada asfaltata che, presa a destra, porta all'Eremo di Santo Spirito. L'eremo è uno dei luoghi di culto più importanti della Maiella ed su questo sono in corso restauri.

    L’Eremo di S. Spirito. L’edificio risale a prima del Mille ed è certo

    maiella16.JPG (9784 byte)


    che vi dimorò anche papa Vittore III, nel 1053. Ma fu Pietro che, alla metà del XIII secolo, riscoperse il luogo ascetico ristrutturando l’edificio e qui vivendo con alcuni eremiti. Oggi sono in corso nuove ristrutturazioni che hanno comunque


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    Bassorilievi a S. Spirito


    salvato il complesso


    Scalinata dell'Eremo

    monastico. Ancora percorribile, in questo, la Scala Santa che sale a due balconate rocciose dove, probabilmente, restavano in preghiera i monaci. Sotto la chiesa si può poi visitare la grotta dove vissero i primi eremiti e sulla quale fu edificato il monastero.

    Eremo di S. Onofrio - Probabilmente anche l’altro eremo della Valle dell’Orfento, l'Eremo di S. Onofrio, fu ristrutturato da Pietro da Morrone, anche se non se ne hanno notizie certemaiella43.JPG (19992 byte) . La più facile via di accesso alla valle e all'eremo è dalla località S. Croce, nella parte alta di Caramanico, dove vi è il centro visita della Forestale (per accedere alla valle ci vuole, infatti, l'autorizzazione del Corpo Forestale). Da qui, a piedi, si scende, con il sentiero delle Scalelle, verso il fondovalle, utilizzando appunto un sentiero scalinato. Sul fondovalle vi sono ponticelli e passamano che permettono sia di risalire la valle, dirigendosi verso l'Eremo di S. Onofrio (nella foto), sia di discenderla, arrivando fino al Ponte di Caramanico.


    Poco oltre Caramanico, lungo la statale n. 487, si trova il bivio con la minuscola lingua di asfalto che porta a Decontra. Se si ha intenzione di raggiungere l'Eremo di San Giovanni è necessario raggiungere il piccolo centro abitato. A Decontra si continua in auto sulla sterrata principale e, al primo bivio, si va a destra continuando fino alla sbarra della Forestale. Qui si parcheggia e, a piedi, si supera la sbarra e si entra nella Pianagrande. All’inizio di questa, sulla destra, una freccia indica il sentiero per la Grotta S. Giovanni. Nel tratto finale, però, il sentiero scompare e bisogna strisciare ventre a terra lungo una cengia rocciosa per arrivare all’eremo.

    Eremo di San Giovanni - Per quasi 9 anni, Pietro da Morrone, insieme a pochi discepoli, condusse vita completamente isolata nell’Eremo di S. Giovanni, nella valle dell'Orfento. Anzi, quest’ultimo era raggiungibile solo con una passerella in legno che, una volta tolta, lo rendeva irraggiungibile. Infatti oggi, che la passerella non c’è più, l’ingresso all’eremo è un’operazione quasi alpinistica.



    L’ultimo edificio voluto o ristrutturato da Pietro fu sulla montagna da lui più amata, il Morrone. Qui, infatti, dopo il periodo di profonda meditazione solitaria dell’Orfento, si ritirò il santo nel 1293, restandovi per circa un anno. Qui ricevette la notizia della sua nomina a papa, e qui tornò dopo averla rifiutata. L’eremo è raggiungibile facilmente da Sulmona salendo alla frazione Badia Morronese dove, nell’ampio piazzale, partono i sentieri, segnalati e ben battuti, per il Santuario di Ercole Curino e per l’Eremo di S. Onofrio.



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