Versione:"Antigone"

Di Igino

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  1. Emanu01
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    Versione:"Antigone"

    Testo originale


    Creon Menoecei filius edixit ne quis Polynicen aut qui una venerunt sepulturae traderet, quod patriam oppugnatum venerint; Antigona soror et Argia coniunx clan noctu Plynicis corpus sublatum in eadem pyra qua Eteocles sepultus est imposuerat. Quae cum a custodibus deprehensae essent, Argia profugit, Antigona ad regem est perduta; ille eam Haemoni filio cuius sponsa fuerat dedit interficienda. Haemon amore captus patris imperium neglexit et Antigonam ad pastores demandavit, ementitusque est se eam interficisse. Quae cum filium procreasset et ad puberem aetatem venisset, Thebas ad ludos venit ; hunc Creon rex, quod ex draconteo genere omnes in corpore insigne habebant, cognovit. Cum Hercules pro Haemone deprecaretur ut ei ignosceret, non impetravit ; Haemon se et Antigonam coniugem interfecit.

    Traduzione/versione:


    Creonte figlio di Menelao fece un bando affinché nessuno seppellisse Polinice o coloro che erano venuti insieme, perché era venuto per espugnare la patria; la sorella Antigone e la cognata Argia di nascosto di notte sollevarono il corpo di Polinice e lo posero nella stessa pira in cui fu sepolto Eteocle. E quelle essendo state colte sul fatto dai custodi, Argia fuggì, Antigone fu condotta dal re. Questi la diede da uccidere al figlio Emone, al quale fu promessa in matrimonio. Emone preso dall’amore trascurò l’ordine del padre e affidò Antigone ai pastori e mentì, dicendo di averla uccisa. E lei quando gli diede un figlio e giunse ad un’età adulta, andò a Tebe per i giochi; il re Creonte, poiché tutti della stirpe del drago avevano un segno nel corpo, lo riconobbe. Benché Ercole pregasse per Emone affinché lo perdonasse, non raggiunse l’intento. Emone uccise sé stesso e sua moglie Antigone.
     
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