Stele di Rosetta

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  1. Emanu01
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    512px-Rosetta_Stone




    La Stele di Rosetta è una lastra in basalto di 114 x 72 cm, che pesa circa 760 kg e riporta un'iscrizione con tre differenti grafie: geroglifico, demotico e greco (dall'alto in basso).

    Demotico e Geroglifico non sono due lingue diverse ma semplicemente sono due differenti grafie dell'egizio: il geroglifico era usato per testi monumentali o di particolare importanza mentre il demotico, che derivava da una semplificazione della grafia ieratica, era usato per documenti ordinari; in epoca tarda l'uso di redigere anche i testi ufficiali in demotico derivava dall'essersi ristretta quasi solamente alla classe sacerdotale la conoscenza della grafia geroglifica. Poiché il greco era conosciuto, la stele offrì una chiave decisiva per poter procedere alla comprensione dei geroglifici, e ciò avvenne nel 1822 ad opera di Jean-François Champollion.

    Lo stesso decreto tolemaico è riportato in due lingue (ma tre grafie poiché l'egizio è presente sia in geroglifico che demotico) nella stele. Si tratta di un decreto emesso nel 196 a.C. in onore del faraone Tolomeo V Epifane (al tempo tredicenne) in occasione del primo anniversario della sua incoronazione. Il testo riporta tutti i benefici resi al paese dal re, le tasse da lui abrogate, e la conseguente decisione del clero di erigere in tutti i templi del paese una statua in suo onore, e statue d'oro da collocare accanto a quelle degli dèi, e di indire festeggiamenti in onore del re. Stabilisce inoltre che il decreto sia pubblicato nella scrittura delle parole degli dèi (geroglifici), nella scrittura del popolo (demotico) e in greco. La parte greca inizia così: Βασιλεύοντος τοῦ νέου καὶ παραλαβόντος τὴν βασιλείαν παρὰ τοῦ πατρòς... Basilèuontos tu nèu kài paralabòntos tèn basilèian parà tu patròs... (Il nuovo re, avendo ricevuto il regno dal padre...).

    Il fisico inglese Thomas Young intuì che il cartiglio (parte di testo circondata ed evidenziata da una linea) nel testo geroglifico conteneva il nome del sovrano, ed era riportato allo stesso modo nel testo greco sottostante, anche se il contributo più importante alla comprensione dell'egiziano e allo studio della stele di Rosetta fu quello del francese Jean-François Champollion (grazie alla sua conoscenza della scrittura copta, che era praticamente egiziano translitterato foneticamente usando l'alfabeto greco). Champollion non aveva però identificato i segni multiconsonantici, cosa che fece successivamente Karl Richard Lepsius.


    Fonte: Wikipedia
     
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